Le miniere e la raffineria sono successivamente cedute alla Montecatini – Società Generale per l’Industria Mineraria di Milano. Il passaggio di proprietà delle miniere di Cabernardi (395,66 ettari), di Percozzone (237,60 ettari) e della raffineria di Bellisio alla Montecatini è sancito con atto notarile del 22 Novembre 1917.
La nuova società diede forte impulso alla produzione ed a Bellisio Solfare nacquero nuovi e più moderni impianti per la raffinazione. Nei pressi della stazione ferroviaria fu edificato un edificio per i dirigenti dello stabilimento e per ospitare saltuariamente illustri personalità politiche ed industriali. Sorse un nuovo quartiere popolare con Chiesa parrocchiale, ufficio postale, stazione dei Carabinieri e circolo ricreativo. Bellisio Solfare rappresenta per la prima metà del secolo scorso, in un contesto prettamente agricolo di sussistenza, un centro sociale ed economico di grande rilievo ancora più importante considerando il vicino complesso minerario a Sassoferrato.
Le fasi belliche portano stravolgimenti sociali legati a diversi fattori, uno dei più evidenti è la diminuzione di manodopera attiva, stornata ad altre occupazioni. Carenza di personale, problemi economici, possibili danneggiamenti da attività belliche caratterizzano la realtà lavorativa.
Nel 1944 la frazione di Bellisio Solfare subisce un bombardamento da parte di aerei alleati per fermare il flusso di zolfo verso l’industria bellica. Sono colpiti la Chiesa parrocchiale con l’annesso l’asilo infantile e le abitazioni private, mentre restano illese la stazione ferroviaria e le attrezzature minerarie, vero obiettivo. Il tributo di vite umane fu molto pesante per la piccola comunità: 32 morti tra cui tutti i bambini dell’asilo infantile. Alla fine della guerra la raffineria di Bellisio Solfare aveva subito danni notevoli (si stimano circa 150 milioni di lire).
L’inizio del periodo post-bellico fu caratterizzato dalla ricostruzione degli impianti distrutti durante il conflitto, particolarmente nella raffineria. È ricostruita la cabina elettrica di trasformazione, metà del reparto di raffinazione con due forni della capacità complessiva di circa 1.000 tonnellate al mese, la stazione d’arrivo della teleferica e l’officina di riparazione annessa alla raffineria. Con la ricostruzione di un altro impianto a due polverizzatori e l’edificazione di uno nuovo simile ai precedenti, anche la vecchia camera di sublimazione è attrezzata a magazzino dello zolfo macinato.
foto a sinistra: autore: Stefani, Bruno (1901/1978), fotografo principale; luogo e data della ripresa: Bellisio Solfare, Pergola (PU), Italia, 1930-1940; collocazione: Milano, Centro per la cultura d’impresa, fondo Edison, EDS_ST_DV_1983